MILANO – Ad osservarlo, Giuseppe, un ragazzone di quasi 35 anni, mentre è intento a trasportare cassette di ortaggi destinati al mercato, non è null’altro che il ritratto di un agricoltore del tempo moderno. Invece quello di Giuseppe è il racconto di un sistema, quello italiano, che, per una volta, ha funzionato e bene. A Genova nasce negli anni Ottanta, ma la famiglia è una di quelle realtà che i giudici definiscono «problematiche». L’ultima volta che l’autorità giudiziaria lo affida ad una casa famiglia, Peppino ha 18 anni. E si trova ancora alla Casa dell’Angelo, quando i padri guanelliani danno vita ad una cooperativa, Pane e Signore, realizzata grazie all’investimento della Fondazione De Agostini. Oggi Giuseppe di quella cooperativa è socio lavoratore e cura un podere sulle colline di Genova. Ha un contratto a tempo indeterminato, sta terminando il mutuo e il suo futuro ha il sapore di chi ce l’ha fatta.