E se alla fine si scoprisse che le imprese guidate da donne sono più dinamiche e propense al rischio? L’ipotesi ora ha un fondamento. L’ultimo aggiornamento dell’indagine The future of business condotta da Osce e World bank in partnership con Facebook mostra proprio questo: maggiore voglia e capacità delle imprese guidate da donne sia nell’investire all’estero che nello sfruttare le potenzialità del web.
Ma andiamo con ordine. Sono circa 60 milioni le attività (parliamo di aziende con meno di 250 dipendenti) che nel mondo hanno aperto una pagina Facebook. Un campione rappresentativo di queste aziende è stato selezionato un anno fa in 22 Paesi (oggi saliti a 33). Su queste attività viene fatto un continuo monitoraggio a campione. Lo scorso dicembre, circa 140 mila proprietari di pagine Business su Facebook nel mondo hanno partecipato all’indagine mensile (il 40% in più rispetto a settembre 2016). In Italia le aziende coinvolte sono oltre 7400 (erano 5300 lo scorso settembre). Secondo un’indagine di Registro.it, l’anagrafe dei domini made in Italy su Internet, nel nostro Paese il 27% dei piccoli e medi ha una pagina Facebook.
Bene: le aziende che producono almeno il 25% delle entrate grazie all’export sono più spesso guidate da donne che da uomini (41% contro il 31%). Il 76% delle imprenditrici usa la Rete per promuovere il business contro il 74% degli imprenditori, oppure per mostrare prodotti/servizi (78% contro 74% delle aziende al maschile). Percentuali più alte anche quando si tratta di fornire informazioni online (69% delle aziende rosa contro il 62% di quelle al maschile). “In genere, le donne non sono viste come i principali consumatori di tecnologia, ma in realtà, stanno usando il digitale più degli uomini per gestire le proprie attività”, fa notare il country manager di Facebook in Italia, Luca Colombo.