Il Sole 24 ore – 5 ottobre 2015
“Ci vogliono venti anni per costruirsi una reputazione e cinque minuti per rovinarla”. La frase di Warren Buffet è stata fin troppo citata negli ultimi giorni ma, per quanto abusata, rende bene l’idea di quanto importante sia oggi il rischio reputazionale e di come il terreno di gioco possa rivelarsi insidioso. Di fronte al disastro del Dieselgate provocato dalla casa automobilistica Volkswagen è stato osservato che, molto più del passato, e per la prima volta in maniera concretamente globale, il mercato ha punito senza esitazioni e senza attenuanti la violazione, consapevole e reiterata, di un principio dell’etica d’impresa. Lo scandalo delle emissioni truccate è diventato, così, un esempio da manuale di ciò che un’azienda non può permettersi di fare quando compete in uno scenario che quota come valori rilevanti il consenso dei regolatori e la fiducia dei consumatori.