Nel secondo trimestre dell’anno le nuove realtà iscritte al registro camerale sono diminuite del 42,5% e la frenata si è confermata anche nel terzo trimestre
Che la crisi economica innescata dalla pandemia colpisca in Italia soprattutto le donne, sembra un dato ormai acquisito. Lo hanno ripetuto in questi mesi economisti e i sociologi, sottolineando che tra i lavori più esposti vi sono molte mansioni ricoperte per lo più da donne (infermiere o commesse dei supermercati ad esempio), ma anche che sulla popolazione femminile ricadono in gran parte gli effetti collaterali delle nuove modalità di studio dei figli (la didattica a distanza) e di lavoro (lo smartworking).
Ebbene, ora i dati di Unincamere confermano che anche nel mondo dell’imprenditoria l’impatto del Covid-19 ha picchiato più duro sulle realtà a guida femminile. Probabilmente perché una parte cospicua si concentra nei settori più colpiti dalla crisi (ristorazione, turismo, spettacolo), ma anche perché, come detto, sulle donne ricadono molte incombenze familiari scatenate dalla pandemia.
Fatto sta che, dopo anni in cui in ogni trimestre le imprese femminili crescevano per numero più di quelle maschili, lo scoppio della pandemia ha frenato questo dinamismo, spiegano da Unioncamere, che in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, dà il via al suo «Giro d’Italia delle donne che fanno impresa». L’iniziativa, arrivata alla 12esima edizione, si svolge in dieci tappe (virtuali) in tutta Italia, partendo da Torino per concludersi a Milano il 16 dicembre.
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