Le piccole e medie imprese italiane hanno ancora un ampio margine di miglioramento in tema di sostenibilità e circa la metà di loro intraprende azioni di tutela ambientale e responsabilità sociale. Si inserisce in questo contesto “La sostenibilità per le piccole e medie imprese: sfide, strumenti e opportunità”, il percorso che il Network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite promuove a favore delle PMI, per supportarle nel rafforzamento delle competenze di sostenibilità aziendale.
Le PMI italiane sono circa 211mila, rappresentano il 4,78% del tessuto imprenditoriale e sono responsabili da sole del 41% dell’intero fatturato generato nel nostro Paese (dati Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano). Tuttavia, una ricerca ISTAT evidenzia che solo il 46,7% delle imprese di minori dimensioni è impegnato in pratiche sostenibili, mentre le grandi imprese sono mediamente più attive, con il 90,9% di loro che porta avanti azioni di sostenibilità. Anche la ricerca “L’impegno delle aziende italiane per il net-zero” realizzata da Ipsos e UNGCN Italia conferma che, dal punto di vista ambientale, i livelli di conoscenza e impegno in attività volte a contrastare il cambiamento climatico crescono al crescere delle dimensioni delle imprese.
“La recente entrata in vigore nell’Unione europea della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) rafforza ulteriormente la necessità di un coinvolgimento ampio delle PMI, ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director di UNGCN Italia. La direttiva prevede, a partire dal 2027, un obbligo di rendicontazione in materia di sostenibilità anche per le piccole e medie imprese quotate, per le quali diventerà obbligatoria la raccolta e la condivisione di informazioni sulla sostenibilità”.
“C’è poi un secondo fronte sul quale le PMI saranno comunque chiamate a lavorare – prosegue Bernacchi – ed è quello della CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive), approvata dal Parlamento europeo il 24 aprile di quest’anno e che, a partire dal 2026, obbligherà le aziende con più di 1000 dipendenti, a prevenire e limitare gli impatti negativi sui diritti umani e l’ambiente derivanti dalle proprie operations e da quelle dei fornitori. Le PMI, quindi, saranno comunque coinvolte indirettamente dalla normativa in quanto parte delle catene di fornitura delle grandi imprese, dovranno rispettare precisi standard in termini di sostenibilità ed essere in grado di rendicontarli”.
“L’impegno del settore privato per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 è alto, ma sappiamo che per le aziende di piccole dimensioni è difficile mettere in campo risorse e programmi concreti ed efficaci. Nasce da qui la volontà di affiancare queste realtà con “La sostenibilità per le piccole e medie imprese: sfide, strumenti e opportunità”, un’opportunità per le aziende partecipanti che potranno approfondire come la sostenibilità possa essere anche una leva di competitività.” ha concluso Bernacchi.
Il percorso organizzato UNGCN Italia, che rappresenta nel nostro Paese la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo, si articola dal 28 maggio fino a novembre in cinque appuntamenti. Le aziende avranno l’opportunità di confrontarsi sulle tematiche, le sfide attuali e gli aggiornamenti normativi in ambito di responsabilità sociale d’impresa, ricevere strumenti pratici per fissare obiettivi misurabili ed accelerare i progressi verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.