Cominciamo dai numeri. Nel 2017, quando l’ASviS lanciò la prima edizione del Festival dello sviluppo sostenibile, ci sembrò un grande successo aver promosso l’organizzazione di 220 eventi in quasi tutte le regioni. L’anno scorso gli eventi furono 702, quest’anno 1059, promossi dai nostri Aderenti, dalle università e dalle scuole, da molte città, imprese, amministrazioni pubbliche e organizzazioni non governative, oltre che dal Segretariato dell’Alleanza e dai suoi Gruppi di lavoro.
A che si deve questo successo? Certamente al grandissimo impegno di chi ci ha lavorato e sostenuto (e di questo ringrazio tutti dal profondo del cuore), ma c’è qualcosa di più che va segnalato: è cresciuta nel nostro Paese la sensibilità ai temi dello sviluppo sostenibile. Che si parli di clima, ambiente, ma anche di diseguaglianze, parità di genere, diritti umani, la risposta dell’opinione pubblica agli eventi del Festival dimostra che tanti italiani sono disposti a “metter mano al futuro”, cominciando dal fatto che del futuro bisogna parlare di più, per operare scelte e farne discendere nuovi comportamenti individuali, priorità della politica, strategie aziendali più lungimiranti.
Tutta questa mobilitazione però, così come quella dei giovani dei Friday for future che l’Alleanza ha sostenuto, ha senso se sboccia in proposte concrete. Questa del resto è la missione dell’ASviS, come dimostrato dai nostri Rapporti annuali, dall’analisi dell’ultima Legge di Bilancio, dal continuo confronto con tutti (e sottolineo tutti) i partiti e movimenti politici dell’arco parlamentare.
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