Presentata la terza fase della ricerca sul Volontariato d’Impresa, realizzata da Fondazione Sodalitas, che ha analizzato il fenomeno dal punto di vista dei dipendenti. L’84% del campione giudica molto positivamente l’esperienza e il 70% sarebbe disposto a partecipare a questo tipo di attività più volte l’anno e anche al di fuori dell’orario di lavoro.
Milano, 20 aprile 2021 – Un’opportunità per rispondere a un bisogno concreto della comunità, un modo per sentirsi utili esercitando un ruolo attivo, ma anche un’occasione di entrare in contatto con realtà diverse e di rafforzare l’orgoglio di appartenenza alla propria azienda, uscendo dalle abituali gerarchie. Queste alcune delle motivazioni che spingono i dipendenti a partecipare alle attività di volontariato promosse dalle proprie aziende.
È uno degli aspetti più interessanti che emerge dalla terza fase della ricerca sul Volontariato d’Impresa condotta da Fondazione Sodalitas che ha analizzato il fenomeno dal punto di vista dei dipendenti, dopo aver sondato negli scorsi anni quello delle imprese e delle organizzazioni nonprofit.
L’indagine, realizzata in collaborazione con Walden Lab, ha preso in esame un campione di 2831 dipendenti di 17 aziende associate[1] a Fondazione Sodalitas attive sul tema del Volontariato d’Impresa (Alnylam, Bureau Veritas Italia, Coca-Cola HBC Italia, Credem, Danone, Enel, Eni, EY, Falck Renewables, Johnson&Johnson, I.CO.P., Italgas, KPMG, Poste Italiane, Sacco System, Snam, UBI Banca – Gruppo Intesa Sanpaolo).
Dai risultati dell’indagine emerge innanzitutto che il giudizio sulle esperienze effettuate è assolutamente positivo: molto positivo per l’84% dei rispondenti e positivo per il 10%. Solo il 5% risponde abbastanza positivo e l’1% per niente positivo. Un dato tutt’altro che scontato, considerando che capita raramente che un’esperienza riconducibile al proprio ambito di lavoro riceva un livello così elevato di giudizi positivi.