Ursula von der Leyen l’ha fissata tra gli obiettivi della sua presidenza ancor prima che la pandemia la rendesse una emergenza; è tra le missioni delle linee guida elaborate dal Governo per il Recovery Fund; eppure, secondo i dati di Google, l’Italia è al 71^ posto su 76 Paesi analizzati per frequenza di ricerca della definizione di “uguaglianza di genere”.
Sembra ancora lontana la consapevolezza che il 51% non sia una minoranza da includere. Ma l’empowerment femminile è oggi imprescindibile per uscire dalla crisi pandemica: secondo una stima di Bankitalia, infatti, la piena occupazione femminile (al 60%) varrebbe 7 punti di PIL.
Restano molti gli ostacoli da superare e tanti i livelli su cui operare, in questo senso il Next Generation Eu diventa un’occasione da non sprecare. Dagli stereotipi di genere, la formazione, la conciliazione dei tempi di lavoro, famiglia (scuola), fino al gender pay gap: tutte le leve su cui investire per ridurre le disparità e puntare su crescita e sviluppo.
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