La strada per una reale parità di genere sul lavoro e nei diversi ambiti della società è ancora lunga, ma oggi è possibile fare un bilancio e notare la “differenza”. Non in termini di partecipazione femminile, inclusione e parità di accesso, ma in termini di risultati oggettivi quando la leadership è donna.
Il cambio di paradigma in Europa che ha portato dall’austerity al Next Generation Eu si chiama Ursula von der Leyen; i Paesi che meglio hanno superato queste prime fasi della pandemia, in termini tangibili di dati, sono la Nuova Zelanda, guidata da Jacinda Ardern, la Norvegia di Erna Solberg, la Finlandia di Sanna Marin, la Danimarca di Mette Frederiksen, l’Islanda di Katrín Jakobsdóttir e la Germania di Angela Merkel.
È proprio con gli accorti messaggi alla nazione tedesca della Cancelliera sull’emergenza sanitaria, accalorati ma sempre guidati da principi scientifici, che il vecchio continente sta dando il suo lungo addio ad una leadership femminile riconosciuta universalmente; intanto oltreoceano si volta pagina con la prima vicepresidente donna, Kamala Harris, il cui carisma già oscura il neoeletto Presidente Biden.
Più che parlare di donne, intendiamo far parlare le donne per esaltare la “differenza” nel governo dei fenomeni più attuali e nello sguardo alle sfide del futuro.
L’attualità della pandemia, i nuovi equilibri geopolitici, la resilienza del sistema economico e le prospettive di crescita, i fronti della lotta alla criminalità, e ancora l’industria culturale e gli stereotipi di genere: saranno i temi che intenderemo sviluppare con i nostri ospiti.
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