Il premio di produttività può essere convertito in prestazioni prima d’ora non contemplate dalla legge e anche i quadri possono godere dei benefit. Più di 5 milioni di dipendenti nel 2016 hanno ricevuto in media 1500 euro per la performance di risultato detassata. Il numero sale. Doxa Ed Endered misurano la soddisfazione degli addetti.
Asilo nido gratuito e buoni per acquistare i libri per i figli dei lavoratori, corsi di formazione per i dipendenti e adesso persino la previdenza complementare e pacchetti di azioni. Sempre più imprese anche in Italia, sopratutto quelle di grandi dimensioni, prevedono benefit a favore del proprio personale. Il cosiddetto welfare aziendale, cavallo di battaglia dei colossi della Silicon Valley come Google, adesso va di moda anche da noi, in parte per via dei crescenti incentivi previsti dal governo che lo considera un modo per far crescere la produttività delle imprese italiane e, così, il Pil nazionale.
L’ultima legge di bilancio ha per esempio esteso, a tutti quei dipendenti che non superano gli 80 mila euro all’anno di stipendio, la possibilità di beneficiare degli sgravi fiscali sul premio di produttività. In sostanza tra i fortunati, adesso rientrano anche i quadri, che fino all’anno scorso erano esclusi dagli incentivi destinati solo a chi non superava i 50mila euro. Altra novità della legge di bilancio 2017 è che cresce l’importo detassabile con l’aliquota agevolata del 10 per cento (invece che con aliquota ordinaria dal 23 fino al 42 per cento). Prima era di 2500 euro massimo. Ora si arriva a 4 mila.
“Con questi provvedimenti lavoratori e imprese ci guadagnano entrambi” afferma Enzo De Fusco, coordinatore scientifico della Fondazione studio dell’Ordine dei Consulenti del lavoro. “I dipendenti addirittura – prosegue il tecnico – potrà scegliere se convertire il premio di produttività in benefit aziendali e in questo caso godrà di una detassazione totale”.